A giugno si terranno le elezioni europee: 375 milioni di elettori in rappresentanza dei 27 Paesi che fanno parte dell’Unione Europea dovranno scegliere i loro nuovi rappresentanti al parlamento, che resteranno in carica per i prossimi cinque anni. Votando, i cittadini potranno contribuire a decidere il futuro dell’Europa e a compiere scelte che avranno implicazioni nella vita pratica di ognuno.
In questa fase l’Unione Europea ha davanti a se obiettivi impegnativi, nuove sfide globali (lavoro, immigrazione, energia, sicurezza, terrorismo internazionale, criminalità organizzata) , che le impongono di accrescere la sua capacità d’azione.
La prima grande sfida che l’Europa deve affrontare, da subito, è quella del lavoro: l’Unione dovrà impegnarsi, in questa difficile fase di recessione, nella difesa di rapporti contrattuali stabili, adottando politiche che impediscano lo sfruttamento dei lavoratori e una base di diritti valida per tutti ; dovrà difendere il concetto di “lavoro dignitoso” e la promozione delle pari opportunità per tutti. Dovrà impegnarsi per favorire la creazione di una forza lavoro qualificata e adattabile, combinando politiche attive in materia di mercato del lavoro e nuovi investimenti nella formazione.
Anche l’economia sociale va rafforzata: cooperative, associazioni, imprese sociali e fondazioni contribuiscono a un modello economico sostenibile. Servono misure adeguate per farle prosperare, come l’accesso agevolato al credito , sgravi fiscali e lo sviluppo del microcredito. Occorre inoltre promuovere il dialogo fra le istituzioni pubbliche e i rappresentanti del settore.
Ulteriori priorità della fase che sta dinnanzi a noi sono gli impegni del Parlamento per la politica estera: questi impegni vanno rafforzati dando il via ad una agenda che preveda una sempre maggiore cooperazione Ue- Usa sulle difficili questioni aperte (Medio Oriente, Iraq e Afghanistan).
L’Obiettivo è una nuova “governance mondiale “più inclusiva e più efficace, la creazione di nuove istituzioni euro atlantiche, la promozione di una pace duratura in Medio Oriente.
Per far fronte a questa ed altre nuove problematiche, che riguarderanno tutti i Paesi, serve uno sforzo collettivo. L’Europa deve innovarsi, disporre di strumenti efficaci, adatti alle rapide trasformazioni del mondo attuale. In primo luogo quindi va ratificato il Trattato di Lisbona, siglato per dare un assetto istituzionale più consono all’Unione. La sua ratifica consentirà una vera modernizzazione delle istituzioni europee e dei loro metodi di lavoro, per esempio con l’istituzione di una presidente permanente del Consiglio Europeo e non di una reggenza ogni sei mesi , com’è attualmente, e con lo stesso rafforzamento del ruolo del Parlamento Europeo. Sono cambiamenti che daranno ancor più legittimità democratica all’Unione, consolidando al tempo stesso i valori fondamentali che ne sono alla base.
venerdì 27 marzo 2009
LE SFIDE DELL’EUROPA ALLARGATA
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