venerdì 29 agosto 2008

Nuove norme, niente controlli: il governo favorisce l'evasione

In Italia l'evasione fiscale è diventata un non problema. Nonostante in campagna elettorale Silvio Berlusconi ne abbia fatto uno dei suoi punti programmatici, a pochi mesi dal suo insediamento il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha smantellato l'apparato costruito da Vincenzo Visco. E dire che in termini di gettito l'evasione fiscale rappresenta 7 punti percentuali di Pil. Cioè 100 miliardi di euro circa. Soldi che ogni anno lo Stato non incassa e che rappresentano il 15% delle entrate totali. Soldi che qualsiasi altro Stato reclamerebbe. Non il nostro. Che si è mosso, invece, in direzione opposta sotto la bandiera della semplificazione legislativa.


Spoil System
Nel luglio scorso Giulio Tremonti ha decapitato l'Agenzia dell'Accertamento rimuovendo il suo direttore centrale Villelm Rossi spedito in Emilia Romagna ad occuparsi del Territorio. Una mansione del tutto estranea alla sua carriera professionale. La defenestrazione di Rossi segue quella del direttore generale dell'Agenzia delle Entrate Massimo Romano avvenuta qualche settimana prima. Romano fu forzatamente indotto alle dimissione in seguito alla pubblicazione on-line delle dichiarazioni dei redditi e la conseguente denuncia all'autorità giudiziaria.

Tracciabilità
Con un colpo di spugna il ministro Tremonti ha anche cancellato la tracciabilità degli assegni in chiave antiriciclaggio. Con il precedente governo Prodi tutti i pagamenti verso i professionisti superiori a una certa entità (fissata prima a 1000 poi a 100 euro) dovevano essere fatti senza l'utilizzo dei contanti. Oggi quell'obbligo è stato elevato. Oltre a riaprire la strada all'evasione fiscale, l'innalzamento del limite per uso del contante da 5mila a 12.500 euro è diventato un oggettivo aiuto alle criminose attività di riciclaggio.

Elenco clienti-fornitori
Una delle poche strade, se non l'unica, per verificare il reddito delle piccole e medie imprese. Le quali, in base ai dati ufficiali del governo Prodi, occultano al Fisco quasi il 55% in più della base imponibile di quanto facciano le grandi aziende (che pure in termini assoluti a causa delle loro dimensioni sono difficilmente raggiungibili).

Plusvalenze
Nell'articolo 3 della manovra estiva vengono esentate da tassazione le plusvalenze delle persone fisiche derivanti dalla cessione di partecipazioni azionarie, se vengono reinvestite nello stesso settore entro due anni. La norma determina un indebito e rilevante arricchimento di soggetti che hanno svolto attività non di rado speculative. È facilmente eludibile, impossibile da controllare, e determina una distorsione rispetto all'imposta sul reddito, e alla stessa tassazione dei redditi da capitale.

Condono individuale
La norma riguarda gli accertamenti operati dalla Guardia di Finanza. Si dà al contribuente, in sostanza, la possibilità di chiudere un verbale di accertamento redatto dalle Fiamme Gialle molto più velocemente e con una drastica riduzione della sanzione complessiva. Anche in questo caso si è parlato di semplificazione ma in realtà si può parlare di un condono individuale permanente.

Roberto Rossi
www.giusec9.ilcannocchiale.it

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lunedì 25 agosto 2008

La stangata d'autunno

Come più volte denunciato dal Partito Democratico, l'autunno ormai alle porte rischia di essere caratterizzato da una situazione economica e sociale ancora più deteriorata per le famiglie italiane. E le misure messe in campo dal governo - impegnato in ben altre vicende durante i primi cento giorni di legislatura - si riveleranno inevitabilmente del tutto inadeguate. La mancanza di provvedimenti nella manovra che vadano nella direzione della difesa del potere d'acquisto di salari, stipendi e pensioni potrebbe rivelarsi devastante.


Al ritorno dalle vacanze, con la ripresa autunnale, si profila una raffica di aumenti per le tasche dei cittadini e tra libri di scuola, alimentari, nettezza urbana, luce, gas e riscaldamento i rincari potrebbero sfiorare i 600 euro su base annua. A fare la mappa dei rincari sono Adusbef e Federconsumatori, sempre più preoccupate per il potere d'acquisto in caduta libera dei consumatori.
Archiviate estate e vacanze, messa da parte anche una stagione dei saldi quanto mai deludente, le famiglie devono fare i conti con gli aumenti che hanno colpito tutti i generi di prima necessità, dal pane alla pasta, dal latte alla carne, e che non hanno risparmiato le bollette e i costi energetici.
Rincari che hanno fatto impennare l'inflazione fino al +4,1% registrato a luglio, con il caro-vita legato alla spesa di tutti i giorni lievitato fino al +6,1%. I riflessi del caro-petrolio si faranno sentire ancora. Se è vero infatti che in questi ultimi giorni il barile è calato, è anche vero che si mantiene saldamente, e ampiamente, sopra i 100 dollari. Inoltre, gli effetti dei rialzi messi a segno nei mesi scorsi continueranno a giocare un ruolo. Le associazioni dei consumatori, infatti, ritengono che a pesare di più sulla classifica degli aumenti d'autunno sarà la voce 'riscaldamento', con un aggravio della spesa annua intorno ai 175-180 euro che scatterà con la riaccensione degli impianti.
Da mettere in conto ci sono poi gli attesi, ulteriori aumenti delle bollette di luce e gas: dal primo ottobre le tariffe subiranno un nuovo aggiornamento che Federconsumatori e Adusbef stimano in 90 euro in più a famiglia l'anno: 70 euro per il gase 20 euro per l'elettricità. Un calcolo in linea con le recenti stime del Rie che ha previsto un aumento del 6% per il metano e del 4% per la luce nell'ultimo trimestre dell'anno.
Sempre più 'salato' anche il carrello della spesa: per gli
alimentari le maggiori spese potrebbero raggiungere i 120 euro l'anno. Si faranno sentire, e non poco, anche le spese per libri e corredi scolastici, con rincari quantificabili in 62 euro a famiglia. A tutto questo bisogna aggiungere gli aumenti per la nettezza urbana (+35 euro), l'Rc auto (+55 euro), l'acqua (+30 euro) e per i servizi bancari e finanziari (+45). Per un "salasso" complessivo "da oltre 600 euro su base annua", affermano i consumatori.
Di fronte a costi in così rapida ascesa per beni a cui non
si può rinunciare, diventa inevitabile tagliare le spese su
altri fronti. E le famiglie hanno già cominciato a farlo. Un segnale arriva dal pessimo andamento dei saldi estivi. E' stato un vero e proprio flop, sentenzia il Codacons. Secondo l'associazione "il calo delle vendite, che ha colpito indistintamente tutto il Paese, ha determinato una diminuzione media degli incassi del 20% rispetto ai dati registrati l'anno scorso, con picchi che hanno raggiunto anche il 50%". Del resto, aggiungono Adusbef e Federconsumatori, solo il 44% delle famiglie italiane ha approfittato dei saldi. L'altro 56% per quest'anno, ha preferito soprassedere.

Ste.Ca.
www.partitodemocratico.it

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giovedì 21 agosto 2008

Festa nazionale democratica

Durera' 15 giorni, avra' le caratteristiche delle tradizionali manifestazioni di partito di fine estate e mettera' in campo un fittissimo calendario di impegni politici con importanti 'faccia a faccia' tra gli esponenti del Pd e quelli di sindacati, di partiti e del governo. Questa e' la 'carta d'identita'' della prima 'Festa democratica' che aprira' i battenti il 23 agosto nello splendido scenario della Fortezza da Basso di Firenze con un ricordo dell'ex segretario generale della Cgil, Bruno Trentin, ad un anno dalla scomparsa, e subito un primo confronto politico fra Enrico Letta ed il Segretario della Cisl Raffaele Bonanni sul tema: welfare e contratti (ore 21).


Domenica i faccia a faccia saranno due: il primo tra il Sindaco di Torino Sergio Chiamaparino ed il leader leghista Umberto Bossi (ore 18); il secondo tra Nicola Latorre ed il Ministro Altero Matteoli (ore 21). Il 26 agosto sara' la volta di Vannino Chiti e Roberto Formigoni (ore 21), il 27 di Ermete Realacci e Grazia Francescato (ore 21), il 28 di Pierluigi Bersani e Giulio Tremonti (ore 18), il 29 di Rosy Bindi e Antonio Di Pietro (ore 18), il 30 di Marco Minniti e Roberto Maroni (ore 18), il 1* settembre di Anna Finocchiaro e Pier Ferdinando Casini (ore 18), il 2 di Vincenzo Cerami e Sandro Bondi (ore 17,30) e di Beppe Fioroni e Paolo Ferrero (ore 19), il 3 di Giuliano Amato e Gianfranco Fini (18,30), il 4 di Antonello Soro ed Elio Vito (ore 17), di Piero Fassino e Franco Frattini (ore 18,30) e di Cesare Damiano e Guglielmo Epifani (ore 21).

Per quanto riguarda i leader del Pd, saranno ospiti di interviste singole nei seguenti giorni: il 1* settembre Franco Marini (ore 21), il 2 Dario Franceschini (ore 21), il 3 Massimo D'Alema (ore 21), il 5 Arturo Parisi (ore 17) e Francesco Rutelli (ore 21).

Il Segretario Walter Veltroni concludera' la Festa sabato 6 settembre e sara' intervistato alle ore 18 da Enrico Mentana. Domenica 7 coda della kermesse democratica con un'intervista a Leonardo Domenici, presidente dell'Anci e sindaco di Firenze.

lpe/mcc/ss
www.asca.it

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IL PARCO DEL TICINO COMPIE 30 ANNI!


Il 21 agosto 1978 nasceva in Piemonte il Parco Naturale della Valle del Ticino, istituito grazie alla Legge Regionale N° 53 del 21 agosto 1978. Da allora sono passati molti anni ma l'impegno in difesa del fiume, del territorio che lo circonda e delle genti che lo abitano continua, per consegnare alle generazioni che verranno un Parco sempre migliore ...

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mercoledì 20 agosto 2008

BENZINA: LE SPECULAZIONI PER IL SOVRAPPREZZO NON INDIGNANO PIU'

La diminuzione del prezzo del petrolio sembra che si sia assestata a valori attorno a 113-115 $ barile quanto cioè al mese di aprile di quest’anno. Ora non ci si deve più domandare se si tratti di utilizzo della doppia velocità per speculazione: questo oramai è un dato acquisito e certo. Sui 9 cent di sovrapprezzo visto le attuali quotazioni e gli attuali prezzi alla pompa la filiera petrolifera guadagna 7.5 cent pari a (solo per la benzina) 105 milioni di euro al mese, ma inoltre lo stato incamera in più per il fisco 1.5 cent ( sempre solo per la benzina) pari a 21 milioni di euro al mese. Forse così si comprende che nessuna istituzione non si indigni più e che nessuno parli più di Robin Tax ovviamente pagata dai consumatori.

www.federconsumatori.it
comunicato stampa del 19/08/2008

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lunedì 18 agosto 2008

Un milione di firme

“Salva l'Italia” è l'appello che lancia la manifestazione del 25 ottobre a Piazza San Giovanni a Roma e mette insieme i temi della libertà con quelli sociali. Da una parte la critica al governo per il lodo Alfano e gli altri provvedimenti che rischiano di comprimere il ruolo democratico del Parlamento e di introdurre elementi illiberali (il reato di clandestinità, le impronte digitali ai bambini rom, una legge sulle intercettazioni che limita e danneggia la capacità di combattere il crimine),dall'altra la protesta contro un esecutivo che non aiuta le famiglie, che non sostiene stipendi e pensioni, che aumenta le tasse dopo aver detto di volerle tagliare.


Nella campagna di raccolta delle firme un ruolo importante lo ha anche il pullman che sta girando il Paese e che subito dopo ferragosto riprenderà, dal Lazio, il suo itinerario per piccoli e grandi centri.
Tra i tantissimi che hanno firmato in questi ultimi giorni anche esponenti importanti del mondo della cultura e dello spettacolo. Tra questi attori e musicisti come Gigi Proietti, Massimo Ghini, Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco e Maddalena Crippa, Rocco Papaleo, Enzo Avitabile e intellettuali come Salvatore Berlingò (rettore dell'Università per stranieri di Reggio Calabria), Massimo Giovannini (rettore dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria), Paolo De Nardis (sociologo).

www.partitodemocratico.it

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giovedì 14 agosto 2008

PARI OPPORTUNITA’ E GNOCCHE SENZA TESTA

Negli ultimi tempi è molto “politicaly correct” per ogni ente, associazione o gruppo schierare nelle proprie fila almeno un volto femminile.
Anche nella politica il Governo Berlusconi non poteva certo essere da meno, tanto più dopo l’esempio dato da Zapatero.
Ecco dunque che anche in Italia l’elettorato femminile del Popolo delle Libertà può trovare la propria eroina nella showgirl Maria Rosaria Carfagna in arte Mara, neoministra delle Pari Opportunità.
Proprio lei che aveva già avuto il proprio spazio di notorietà tra le donne di Forza Italia, quando durante uno dei tanti eventi televisivi che allietano il Belpaese era stata oggetto delle attenzioni del Cavaliere, il quale manifestava il desiderio di convolare subito a nozze con la medesima, desiderio frenato solo dalla presenza dell’attuale sig.ra Berlusconi. E come non rammentare che in tale occasione quest’ultima aveva subito manifestato il proprio disappunto per le pubbliche affermazioni del marito in una lettera aperta su “Repubblica”.


Ora, ragionando per ipotesi e prendendo a prestito istituti giuridici pur esistenti in vicine terre al di là del mare che ammettono la bigamia, se al Cavaliere venisse data la possibilità di sposare anche la sig.na Carfagna, sarebbe certo un bel gesto nei confronti di quest’ultima a cui verrebbe risparmiato il compito di trovarsi un buon partito tra i rampolli di ricche famiglie, compito ingrato ma necessario per assicurarsi un futuro roseo lontano da ristrettezze economiche, come lo stesso Cavaliere non dimentica mai di suggerire a tutte le belle figliuole da marito che incontra in tv.
Sin dall’insediamento la neo ministra alle pari opportunità ha chiarito l’impegno suo e del Governo nella promozione di “politiche che permettano alle donne lavoratrici di far figli e seguire la famiglia” e noi ci permettiamo di interpretarne il pensiero aggiungendo -stante il fatto che la procreazione è l’unico e solo motivo che giustifica non solo le unioni coniugali ma l’altrimenti inutile esistenza della donna a questo mondo-.
Ci si chiede quale sia l’eredità lasciata alla Carfagna da parte della precedente ministra Stefania Prestigiacomo, lei che aveva generato le risa e lo sdegno dei colleghi di maggioranza per essersi battuta sino alle lacrime in nome delle quote rosa (come non rammentare la drammatica seduta del Consiglio dei Ministri in cui cedeva al pianto) e che oggi non per nulla si occupa di Turismo.
Ebbene la neoministra non ama le quote rosa, che a sua detta sarebbero inutili e nocive alle donne, le quali finirebbero per essere privilegiate, disavvezze alla politica e prive di esperienze e capacità che possono acquistarsi solo con la gavetta. E a tal proposito molto modestamente cita se stessa quale mirabile esempio di donna che nel panorama politico si è fatta da sé, che ha dovuto lottare per affermarsi partendo dal basso, dall’organizzazione di base del partito, lei che per ben due anni è stata coordinatrice delle donne di Forza Italia in Campania…Altro che quote rosa!!!
E ora che non si cerchi di strappare dalla penna di chi scrive insulsi riferimenti ad immagini senza veli dell’Onorevole Ministra ritratta su riviste, calendari o quant’altro, immagini che non hanno alcuna attinenza con le reali capacità mostrate dalla donna politica militante venuta dalla base.
Ci si domanda come la pensino in proposito i suoi colleghi Signori Ministri del Governo Berlusconi. Di certo loro saranno lusingati di avere accanto a sé le donne brave, belle e capaci dell’unico harem che ad oggi il Cavaliere possa permettersi. A questo proposito sorge spontaneamente un ricordo, che sebbene si tenti di scacciare sorge: la voce fuori campo dell’allora nonancoraOnorevole Brunetta, che negli studi di “Anno Zero” commenta le parole della giornalista Rula Jebreal “..è una gnocca senza testa quella ragazza lì..”.
Ora, non sembra di far male se si prendono tali parole a simbolo ed emblema dei sentimenti di rispetto ed ammirazione che l’elettorato maschile attivo e passivo del PDL prova nei confronti delle donne lavoratrici e delle pari opportunità.

R.L.

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mercoledì 6 agosto 2008

UNA MANOVRA SENZA SPERANZA

Il Parlamento approva la manovra economica depressiva del Governo, che prevede un ulteriore incremento della pressione fiscale, mentre ci sarebbe bisogno di ridurre le tasse sul lavoro per allontanare lo spettro di una recessione. L'unica novità di rilievo introdotta dal Parlamento è la misura sui precari che applica al mercato del lavoro il metodo seguito dal Presidente del Consiglio nell'affrontare i suoi problemi con la giustizia: si interviene sui processi in corso. Una manovra insomma che non da speranza. Mentre non si perde occasione per predicare la paura.



LA CRISI E LTALIA

Sono tempi difficili. L'inflazione non accenna a diminuire. L’economia più forte del mondo, quella degli Stati Uniti, è stata colpita da tre shock simultanei – il nuovo shock petrolifero, il crollo della Borsa e lo scoppio della bolla immobiliare – e una recessione oltreoceano appare a questo punto inevitabile. Sarà così stagflazione 30 anni dopo. L'Europa si trova in una posizione leggermente migliore degli Stati Uniti perché l'apprezzamento dell'Euro rispetto alla divisa statunitense (grazie Euro!) mitiga gli effetti del caro petrolio. Tuttavia l'Italia è molto più vulnerabile degli altri paesi del Vecchio Continente perché proviene da 15 anni di stagnazione in cui il reddito pro-capite è sceso sotto non solo la media dell’Unione europea a 15, ma anche dell’UE19, che include Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. I salari reali degli italiani in questo periodo sono rimasti piatti come le lande dei Paesi Bassi e sono ora del 30-40 per cento inferiori a quelli pagati in Francia e Germania. E il nostro paese continua a non avere un paracadute, una rete di protezione sociale di base che tuteli chi perde il posto di lavoro e cade in condizioni di povertà estrema.

COSA DOVREBBE FARE IL GOVERNO

In queste condizioni il compito primario di chi ha in mano le leve della politica economica dovrebbe essere quello di attivare tutti gli strumenti a sua disposizione utili per evitare una recessione. Date le dimensioni del nostro debito pubblico, non c'è molto spazio per politiche fiscali anticicliche. Tuttavia, grazie all’opera di contrasto all’evasione condotta nella passata legislatura, le entrate fiscali sono molto cresciute negli ultimi tre anni. Inoltre, la forte inflazione fa arrivare all’erario i proventi di una tassa, il cosiddetto fiscal drag, che i cittadini pagano quando il loro reddito reale non cambia, ma addirittura diminuisce, mentre il loro reddito nominale, gonfiato dall’inflazione, fa scattare una aliquota più alta. Con un'inflazione al 4 per cento, questa tassa da inflazione potrebbe ammontare a non meno di 4 miliardi di Euro.
La cosa più giusta da fare in questo momento sarebbe quella di utilizzare tutti questi proventi straordinari per abbassare la pressione fiscale sul lavoro. Questo avrebbe effetti espansivi sia sulla domanda – che è addirittura diminuita in termini reali nell’ultimo anno – che sull’offerta. Infatti i salari netti aumenterebbero e parte della riduzione delle tasse porterebbe a una riduzione del costo del lavoro man mano che i contratti vengono rinnovati (il che favorirebbe anche una conclusione più rapida delle molte vertenze in corso), favorendo così l'assorbimento del nostro immenso bacino di persone in età lavorativa che non hanno un impiego. Un modo per fare tutto questo senza complicare ulteriormente la nostra struttura fiscale consiste nell'aumentare le detrazioni fiscali per chi lavora, il che è legittimato anche dall'aumento dei costi per la produzione di reddito (dato il caro trasporti).

COSA FA INVECE

Ma invece di fare tutto questo, il Parlamento ha appena approvato una manovra triennale che non concede alcuno spazio a riduzioni della pressione fiscale. Come previsto dal DPEF (Documento di Programmazione Economica e Finanziaria 2009-2013) la pressione fiscale addirittura aumenterà dal 43 al 43.2 per cento. Oltre a tradire gli elettori – cui era stata promessa una riduzione della pressione fiscale al di sotto della soglia del 40 per cento – questo scenario di politica economica sembra non concederci alcuna speranza di evitare una recessione. Il passaggio parlamentare ha peraltro solo peggiorato i piani iniziali dell'esecutivo, addirittura aggiungendo una norma, quella sui precari, che adotta al mercato del lavoro il metodo seguito dal nostro Primo Ministro nel risolvere i suoi problemi personali con la giustizia: si interviene sui processi in corso.
Invece di rassicurare gli italiani che hanno cominciato a risparmiare anche sui consumi di pane e pasta, il nostro Ministro dell'Economia sembra non voler perdere occasione per lanciare messaggi allarmistici alla televisione e sui giornali. Secondo Giulio Tremonti, siamo alla vigilia di una nuova Grande Depressione come quella del 1929. Singolare che ci sia solo questo messaggio di paura. Manca nei messaggi e, soprattutto, nelle scelte dell'esecutivo la speranza. Così la recessione rischia di diventare una profezia che si autoalimenta. Ma non diamone la colpa alla Cina. Le responsabilità sarebbero molto più vicine a noi.

Tito Boeri
wwww.lavoce.info

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Paola Turchelli ai militanti del Pd

Carissime e carissimi,
vi raggiungo per questo breve saluto mentre forse molti di voi si stanno preparando a vivere un periodo di riposo e di vacanza. Anche le strutture operative del Partito, come forse saprete, rallentano la propria attività e la stessa sede sarà chiusa per qualche giorno intorno al Ferragosto.
Un periodo di riposo che deve servire a tutti noi per “ricaricare le batterie”: ci spetta infatti una ripresa intensa e difficile. Il Paese vive un momento molto problematico sia dal punto di vista economico che sociale, ed anche le nostre comunità di provincia risentono di una crisi che per molte famiglie ha assunto i connotati del dramma. Il quadro politico a tutti i livelli è in fermento, e, nel 2009 tutto subirà una ulteriore accelerazione per le nuove scadenze elettorali.


Scadenze che per noi sono molto importanti, perché come sapete, accanto alle elezioni europee, andranno a scadenza l’amministrazione provinciale e quasi tutte le amministrazioni comunali del territorio.
Il partito deve prepararsi al meglio per affrontare questi impegni con l’obiettivo di un successo. Per questo deve essere completata la strutturazione dell’architettura del PD, a cominciare dalla formalizzazione delle adesioni attraverso il tesseramento che è pronto a partire, oltre che con un ulteriore radicamento territoriale tramite l’avvio di nuovi circoli territoriali.
Abbiamo bisogno di migliorare la nostra organizzazione e di dare corpo ad una linea politica forte, anche sul terreno complesso del rapporto con le alte forze politiche con cui in questi anni abbiamo governato.
La ripresa del dopo vacanze, quindi, sarà molto impegnativa. Vi segnalo a proposito già due appuntamenti che segneranno l’avvio della nostra attività. Il 1 settembre alle 21 si riunirà a Novara presso la sede del partito in via Tornielli la segreteria provinciale, con all’ordine del giorno soprattutto il tema dell’avvio del tesseramento. Il 13 settembre invece, a Orta San Giulio, si riunirà la direzione regionale del partito. Una scelta non casuale, ma che al contrario marca una attenzione speciale per un territorio difficile come il nostro.
Auguro quindi a tutti un sereno periodo di riposo, e aspetto tutti a settembre per far ripartire il nostro lavoro con rinnovati energia ed entusiasmo.
Buone vacanze

Paola Turchelli
Coordinatrice provinciale

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lunedì 4 agosto 2008

Iva giu'? Calano i consumi, esplode l'evasione

"Calano i consumi ed esplode l'evasione fiscale: questo è il significato delle cifre annunciate da Berlusconi a proposito del gettito Iva". Lo afferma Pierluigi Bersani, ministro per l'Economia nel governo ombra del Pd. "Il calo dei consumi c'é, ma il 7% in meno di Iva, tenuto conto dell'inflazione al 4%, significherebbe oltre il 10% in meno di consumi, un dato assolutamente irrealistico. Si tratta dunque di evasione.

Come avevamo previsto tira un'aria nuova quanto a fedeltà fiscale. I segnali inequivocabili che il governo ha dato con l'allentamento delle misure anti evasione cominciano a dare i loro frutti avvelenati. La situazione sta diventando allarmante e il governo non può limitarsi a fare il commentatore televisivo o l'osservatore". "Fino al 13 aprile il governo era responsabile di tutto, adesso il governo se ne lava le mani. Non si può pensare di predisporre la Finanziaria senza un aggiornamento del Dpef. I dati positivi sul fabbisogno e quelli negativi su consumi, inflazione e fedeltà fiscale - conclude Bersani - pretendono una correzione del recente quadro contenuto nel Dpef. Chiediamo che il governo faccia fronte alle sue responsabilità e che si discuta e, si discuta davvero, in Parlamento prima di ogni nuova decisione sulla Finanziaria".

DA GOVERNO SOLO BEFFE E DEMAGOGIA

L'espressione 'tagli ai ministeri' é molto bella, ma nasconde cifre pesantissime per lo stato sociale. Significa 9 miliardi sottratti a scuola, sanità, sicurezza e servizi locali". Il ministro dell'Economia del governo ombra Pier Luigi Bersani, in un'intervista all'Unità, boccia senza appello le iniziative economiche del governo, dalla manovra che sta per ricevere il via libero definitivo dal Parlamento alla finanzairia 2009 in via di preparazione; e accusa il governo di trascinare il Paese verso "il baratro della crisi sociale". "La cura Tremonti - avverte Bersani - avrà un costo sociale altissimo", ma l'opinione pubblica per il momento non se ne rende conto 'narcotizzata' com'é da "potenti armi di distrazione di massa" ("per esempio montando sui giornali il pericolo zingari e poi tagliando 3 miliardi alla sicurezza"). "A ottobre però - assicura il ministro ombra - se ne accorgeranno tutti quanti quando mancheranno servizi sanitari, scolastici e quelli garantiti dagli enti locali". Bersani, che difende l'operato del governo Prodi ("abbiamo consegnato un bilancio nei binari"), chiede poi a Tremonti di svelare una volta per tutte il mistero dei 19 miliardi che risultano di differenza tra i dati e l'obiettivo indicato ("dove vanno a finire questi soldi non è dato saperlo"). E definisce "una beffa" l'annuncio del governo di aver fatto pagare i forti, cioé petrolieri e banche. "Questa manovra, infatti - denuncia Bersani - rappresenta il più grande compromesso tra governo e settori protetti. Banche, assicurazioni e petrolieri in cambio di qualche soldo hanno ricevuti parecchi vantaggi". E intanto "hanno cancellato la class action". Il Sud, poi, "é costretto a pagare un costo altissimo". Ma anche "il Nord - conclude - non starà zitto". Il Pd, comunque, dirà la sua nella Conferenza economica del 6 ottobre e sulle linee di attacco alla politica finanziaria del governo "c'é grande convergenza anche con Idv e Udc".

03/08/2008
www.ansa.it

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venerdì 1 agosto 2008

L’impegno del Partito Democratico novarese per il contenimento dei costi di smaltimento rifiuti

La situazione nel novarese della raccolta e dello smaltimento dei
rifiuti lo scorso anno pareva avviarsi ad una situazione per cui,
considerata chiusa la discarica di Barengo, vi era solo l’impianto di Ghemme autorizzato a ricevere il rifi uto indifferenziato, e questo sino all’agosto 2008.

Per questo l’ATO novarese (l’associazione d’ambito territoriale
che, presieduta da un membro della giunta del Comune di Novara,ha i compiti direttivi sulla gestione dei rifiuti) aveva predisposto un bando di concorso che avrebbe comportato aumenti della tassa rifiuti dell’ordine del 25%, con in più il rischio di veder trasportare i rifiuti fuori Regione od addirittura all’estero, provocando anche inquinamento da trasporto su gomma dei rifiuti medesimi. Rispetto a questa ipotesi si sono dichiarati contrari molti sindaci (la cui assemblea per il basso novarese è presieduta dal sindaco di Oleggio). Grazie all’impegno di questi amministratori, di cui molti sono esponenti del Partito Democratico,
ed all’appoggio della Provincia si è evitato che pesanti aumenti della tassa rifiuti siano andati a gravare sui cittadini, ed è stata ottenuta l’autorizzazione della prosecuzione dello smaltimento presso la discarica di Barengo a costi contenuti, e per
alcuni anni sarà possibile contenere gli aumenti della tassa rifiuti, e questo per TUTTI gli utenti nella Provincia di Novara.
In questo lasso di tempo non bisognerà certo stare fermi ma impegnarsi per far sì che, oltre ad aumentare la raccolta differenziata,la politica in tema di rifiuti permetta delle soluzioni a lungo temine, come la realizzazione di termovalorizzatori di ultima generazione a basso impatto ambientale.
Su questo il Partito Democratico novarese è protagonista, soprattutto affinché i costi per le famiglie si mantengano sui
livelli odierni o che addirittura si possano abbassare, ad esempio
attraverso l’istituzione delle tariffe solo per i quantitativi di rifiuti effettivamente conferiti.

M. G.

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