lunedì 2 febbraio 2009

Rivoluzione verde


"Dalla Green Economy 1 milione di posti di lavoro per uscire dalla crisi". Leggi la sintesi degli interventi di Walter Veltroni e Ermete Realacci al convegno degli Ecologisti Democratici

"Oggi il Pd è il partito di un ecologismo moderno, che ha dentro di sé il Dna del riformismo. L’ambiente è il cuore del progetto politico del Partito democratico. Per questo proponiamo un piano per 1 milione di posti di lavoro, serio, che avrebbe bisogno di poco dispendio di risorse e assicurerebbe molti benefici". Lo ha annunciato il segretario del Pd, Walter Veltroni, a conclusione del convegno "Un nuovo new deal ecologico", organizzato dagli Ecologisti Democratici, presso la sede del Pd di Largo del Nazareno. Pubblichiamo l'intervento di Fabrizio Vigni e la sintesi degli interventi del segretario nazionale del Pd e di Ermete Realacci, ministro dell'ambiente del governo ombra del Pd.



Intervento di Walter Veltroni: La crisi economica cambierà radicalmente il paese e il governo non riesce a dominarla e nemmeno ad interpretarla. Eppure da come si uscirà da questa congiuntura economica dipenderà la collocazione internazionale del nostro Paese. Non è mai successo che si verificasse una crisi di sistema come questa, in cui le crisi si manifestano tutte insieme. La cassa integrazione sta raggiungendo livelli difficilmente gestibili, 2 milioni di persone vivono senza ammortizzatori sociali. Non possiamo escludere che senza dei provvedimenti immediati si faccia largo nella società un orientamento allo scambio tra la decisione e le procedure democratiche. Uno scambio che magari non si risolve con la dittatura, ma con una democrazia più povera, più asciutta che mette il potere nelle mani di uno solo.

Il governo di fronte alla crisi non ha idee, ha perso il controllo, da mesi non produce nulla. C'è una assenza totale, persino fisica, del presidente del Consiglio che fa campagna elettorale in Sardegna come se questa crisi non lo riguardasse. Quella che ha investito l'Occidente e con esso l'Italia è una crisi economica, finanziaria, ma anche sociale.

Il Pd deve per questo essere la forza capace di interpretare l’inquietudine che c’è nel Paese e proporre un piano di innovazioni. E’ adesso nella crisi il momento delle riforme, perché altrimenti il rischio è che la crisi duri più a lungo e che, una volta finita, si ripresentino gli stessi problemi, soprattutto in un Paese come il nostro in cui rimangono problemi irrisolti e sacche di arretratezza. Mai in Italia dal dopoguerra a oggi si è conosciuta una grande stagione riformista e il Pd deve spingere ora, non tra 4 anni, per aprire una stagione di riforme, che parta però da due condizioni fondamentali, ovvero la riforma degli ammortizzatori sociali, per non avere un welfare ingiusto, e una rivoluzione ambientale.

La Rivoluzione verde è l’unica leva di sviluppo dell’economia occidentale. E’ necessaria per lasciare un mondo migliore alle generazioni future e rispetto alle altre stagioni dello sviluppo, quella dell’auto, dell’edilizia e delle telecomunicazioni, è virtuosa e senza contraddizioni. In Italia rispetto agli altri paesi occidentali c’è bisogno di fare di più, per questo proponiamo un piano decennale in 10 punti:

1. Riqualificazione energetica degli edifici

Rendere permanenti le agevolazioni fiscali del 55% per gli interventi di efficienza energetica delle abitazioni e degli edifici privati. Avviare un piano straordinario di riqualificazione per gli edifici pubblici (scuole e ospedali in testa), con l’istituzione di un fondo di rotazione di 100 milioni di euro all’anno, per l’efficienza energetica e la messa in sicurezza. Costruzione di 100 mila nuovi alloggi, tra edilizia pubblica e canone agevolato, a bassissimo consumo energetico.

2. Auto

Ecoincentivi per la rottamazione vincolati ad auto a basse emissioni e bassi consumi. Sostegno alla ricerca e all’innovazione dell’industria automobilistica per le auto ecologiche del futuro.

3. Trasporto pubblico

Favorire investimenti pubblici per il rinnovo del parco mezzi con acquisto di autobus a metano. Avviare un piano di 1.000 treni per i pendolari, con 300 milioni di euro all’anno per cinque anni. Prevedere incentivi fiscali attraverso i quali i datori di lavori possano fornire ai loro dipendenti i “ticket-transport”, dei buoni di trasporto, (su modello dei buoni pasto), esclusivamente per il tragitto casa-lavoro, su mezzi collettivi e mezzi pubblici.

4. Elettrodomestici

Ecoincentivi per l’acquisto di frigoriferi e congelatori a basso consumo e per prevedere l'ampliamento a lavatrici e lavastoviglie ad alta efficienza energetica delle tipologie di elettrodomestici che possono usufruire delle detrazioni; blocco delle vendite o sovrattassa per tutti gli apparecchi fuori da classe A e da classe A+ per i frigoriferi.

5. Fonti rinnovabili

Raddoppiare nei prossimi dieci anni l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili. Costruire un’industria nazionale del settore e promuovere nuove imprese che producano impianti, tecnologie, pannelli solari, nuovi materiali per l’edilizia, ecc.

6. Semplificazione e certezza delle regole

Rendere più semplici le procedure delle autorizzazioni per gli impianti che utilizzino fonti rinnovabili e garantiscano risparmio energetico. Le Regioni completino entro la fine dell’anno i loro piani energetici per il rispetto del “20-20-20”. I Comuni, sempre nell’arco di quest’anno, adeguino i propri regolamenti edilizi e urbanistici, affinché tutte le nuove costruzioni rispettino gli obblighi di legge per la produzione di calore e di energia elettrica.

7. Territorio, turismo, agricoltura di qualità

Favorire le imprese e le economie che si basano sul nostro straordinario patrimonio ambientale e storico-culturale e puntano sul turismo di qualità, sui prodotti agricoli legati al territorio, alla manifattura italiana. Difendere e promuovere il made in Italy nel mondo.

8. Ricerca

Ripristinare il credito d’imposta per la ricerca come base di un’economia che punta sull’innovazione, sulla conoscenza e sulla qualità legata all’ambiente. Proseguire il lavoro avviato con Industria 2015.

9. Rifiuti

Incentivare il riciclo dei rifiuti e l’industria ad esso collegata: un incremento del 15% in dieci anni rispetto ai livelli attuali rappresenterebbe il 18% dell’obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni di CO2. e significherebbe far scendere i consumi energetici di 5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio.

10. Infrastrutture

Ripristinare i fondi per le infrastrutture a livello nazionale e usare le opportunità dell’allentamento del patto di stabilità per i Comuni per aprire subito i cantieri per piccole e medie opere di riqualificazione del territorio e delle città, per la manutenzione di scuole, ferrovie e strade. Ripristinare i fondi per la difesa del suolo dimezzati dal governo (dai 510 milioni di euro del 2008 ai 269 milioni del 2009, per arrivare nel 2011 a 93 milioni).


Insomma, scegliendo per l’Italia la via della green economy, presentando un grande piano di riconversione ambientale si sostiene e si rilancia l’economia, si rispettano gli impegni presi a livello europeo. Entro tre mesi il governo faccia finalmente conoscere quali sono i piani di azione per il rispetto degli obiettivi “20-20-20”, come hanno fatto Francia, Gran Bretagna e Germania. Attraverso la via della green economy si coinvolgono, fra nuovi lavori e riqualificazione (o almeno “salvataggio”) di quelli esistenti, un milione di posti di lavoro nei prossimi cinque anni. Il Pd è pronto a raccogliere questa sfida e ad essere il principale partito italiano per un ecologismo moderno.

Intervento di Ermete Realacci: La crisi che ci troviamo ad affrontare presenta un'ambivalenza di fondo. Essa può essere vista come un pericolo o come un'opportunità. Tocca per questo a noi (ecologisti democratici, ndr) e al Pd essere all'altezza di questa sfida, per rispondere alle speranze del Paese.

Tra di noi non ci sono molti nostalgici, e tuttavia non bisogna sottovalutare le difficoltà interne. Per questo ci troviamo a raccogliere una duplice sfida, che è sia culturale che politica, per far attecchire i temi ambientali. Abbiamo prodotto un buon documento sull'energia (V.in allegato in alto a destra della pagina) però è importante dire in questa sede che spesso non siamo stati in grado di evocare i giusti sentimenti nei cittadini. Ad esempio rispetto al modello culturale del nucleare. Cosa sarebbe stato se avessimo abboccato a quella proposta, per altro molto debole. Il nucleare non solo è una scelta antieconomica ma, ad oggi ridicola. Noi siamo a favore della ricerca sul nucleare, ma in Italia abbiamo sul tema del nucleare, come su molti altri temi ambientali, la peggiore destra d'Europa. Basti pensare a come la destra affronta i temi ambientali, o alla norma approvata dal PdL che permette di aprire centrali nucleari e siti destinati allo stoccaggio dei rifiuti tossici anche senza il parere positivo delle comunità locali. C'è un evidente difficoltà nella politica italiana a far attecchire i temi ambientali.

Oltre a ciò è evidente un “fastidioso rimbalzo” nell'informazione italiana. Come ad esempio quando a Firenze Walter Veltroni ha detto che il Pd “deve” essere il più grande partito ambientalista italiano, e i giornali non hanno sprecato nemmeno una riga. Stessa cosa quando c'è stata la Direzione Nazionale a fine anno. Abbiamo parlato di una rivoluzione ecologica ma i giornali e gli organi di stampa non ne hanno parlato, come se una rivoluzione verde non fosse una novità rilevante.

Dobbiamo poi scontare l'esistenza di una cultura ambientalista sbagliata, che non è una cultura ambientalista del fare. Come a Napoli, dove l'emergenza rifiuti non ha prodotto una discussione politica seria. La lotta alle ecomafie non può prescindere da una risposta positiva, non come di Pietro e Alemanno che sono andati a manifestare ad Acerra contro l'inceneritore.

La cultura fondativa del Pd ha le carte in regola per affrontare seriamente questi problemi. Abbiamo davanti una grande sfida che l'Italia deve saper cogliere, perchè si tratta di una grande occasione. Nonostante i suoi punti di debolezza, il nostro Paese ha anche grandi elementi di forza, come il sistema di PMI che, se aiutato, può affrontare la crisi a testa alta. Per questo è necessario difendere questo tipo di economia, mettendo in campo elementi che non abbiano solo a che fare con una cultura liberista del mercato ma che facciano i conti con quella parte dell'economia che non è misurabile. Per questo sono necessari investimenti in innovazione e ricerca e l'attuazione di “buone pratiche”, come ad esempio controllare i brevetti, la sicurezza dei prodotti, impedire la concorrenza sleale e difendere la qualità. Per essere un partito forte dobbiamo insistere su questi aspetti, tutelare le fasce più deboli e puntare sull'innovazione. Ci vuole una politica forte che sappia leggere il Paese e metterlo nell'onda con il futuro. Per questo è nato il Pd.

Il discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha in poche parole indicato la strada. Serve guardare la crisi negli occhi, percepire la gravità ma senza averne paura e utilizzare questo periodo invece per cambiare, per migliorare la giustizia sociale e scoprire per il nostro Paese una missione comune. L'ambiente è un'opportunità per accrescere la competitività del Paese. Ci si pone davanti una sfida ambientale difficilissima. Ma il Pd ha il coraggio per affrontarla.

www.partitodemocratico.it


* Foto "Progress" tratta dall'album Flickr di nebraskalcv

Nessun commento: