lunedì 7 aprile 2008

Pd: la mia scelta

Faccio parte del novero di coloro che fino a qualche tempo fa seguiva la politica leggendo i quotidiani, guardando la televisione e commentandola con amici e familiari. Più volte ho pensato di partecipare attivamente, iscrivendomi a qualche partito per apportare il mio contributo, ma ho sempre rimandato perché non trovavo nessun gruppo politico completamente affine alle mie idee.

Con la nascita del Pd, il mio proposito di diventare “soggetto attivo”, si è potuto concretizzare. Per spiegare le motivazioni che mi hanno condotto a compiere tale scelta, riporto di seguito alcune parti di una dichiarazione, rilasciata da Veltroni al quotidiano Repubblica nel settembre 2006, nella quale vengono descritti i motivi che hanno portato alla costituzione del partito:

“La grandezza della sinistra, nel corso della storia, è stata sempre quella di saper cambiare, di trovare un senso alla società in cui viveva, di definire la sua dimensione etica, i suoi valori, le sue politiche, per poter "star dentro" il proprio tempo e perseguire i suoi obiettivi di fondo…
.... E' il momento, non contingente, ma storico, di dar vita in Italia al Partito democratico. Che non è affatto la fine della storia della sinistra, ma al contrario la sua nuova dimensione. Che non è il venir meno di una visione, di un'idea di società, del perseguimento di grandi obiettivi, ma è la ricerca di strumenti nuovi e concreti per rispondere ai compiti che sono della sinistra: accompagnare alla crescita economica coesione e giustizia sociale, ridurre le disuguaglianze, creare le condizioni perché vi siano le stesse chances per ognuno, sostenere chi da solo non ce la fa e offrire opportunità a chi ha talento e vuole riuscire, far sì che la libertà sia di tutti e non di pochi….. ….La visione del Partito democratico potrà venire solo dalla fusione, e non dal semplice accostamento, del pensiero della sinistra democratica e liberale, del personalismo cristiano, del comunitarismo, dell'ambientalismo, di una parte di quella critica radicale della società che non è più ideologica e che si può ritrovare in un contenitore ampio e aperto, dei nuovi apporti culturali che il nostro tempo così veloce produce, dei linguaggi e dalle forme di partecipazione che arrivano dalla Rete….
….L'esigenza storica del Partito democratico non nasce da astrattezze politologiche. Non è una questione di etichette e formule politiche. Se le lasciamo da parte, ci accorgiamo che il Partito democratico già c'è. E' formato da milioni di persone, da chi spende il suo impegno civile nei partiti, dal popolo delle primarie, da una coscienza diffusa, da tutti quei cittadini che in ogni occasione hanno detto di preferire un campo largo e vario rispetto alle dimensioni più limitate di un partito, come ogni elezione dal '96 ad oggi ha dimostrato….
…. E', oggi, la sfida più alta per la capacità di innovazione, il coraggio, la generosità di tutti. Fare il nuovo, non cercare le mille ragioni per non farlo. Si può dar vita al primo partito italiano, per voti e per unità e coerenza programmatica….
….il nuovo Partito nascerà davvero se risponderà alle esigenze del Paese in questo determinato momento della nostra vicenda nazionale, se interpreterà le domande, i bisogni e le aspettative degli italiani, assumendo le tensioni della società e offrendo una sintesi, una prospettiva.”

Le parole del leader del Pd possano far comprendere, agli indecisi al voto del 13 e 14 aprile, perché molti di noi hanno scelto di dare fiducia a questo nuovo partito, spinti dalla voglia di cambiamento nei confronti della politica.
Il Pd, fin dalla sua nascita, si è voluto dare un codice etico ben definito nel rispetto dei principi costituzionali. È un partito pluralista, trasparente che riconosce i meriti di ognuno. Un partito che ha come base del proprio pensiero l’onestà e la responsabilità.
Il Pd è l’agorà dove tutti possono incontrarsi, discutere, esporre il loro pensiero, senza essere discriminati.

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