venerdì 4 luglio 2008

IL DIRITTO AL LAVORO

Oggi, trovare e mantenere un posto di lavoro è diventato difficile, perché quelle aziende, un tempo solide dal punto di vista finanziario ed economico, si trovano costrette a ridurre il costo del lavoro e quindi a diminuire il numero dei dipendenti.
Il costo del lavoro troppo elevato sta facendo sì che molte aziende, per essere più flessibili e competitive sul mercato, decidono di produrre in quei paesi dove risulta essere bassissimo, trasferendo così gran parte dell’attività produttive all’estero, comportando il licenziamento di molti dipendenti. Le ragioni economiche e strategiche stanno quindi favorendo la disoccupazione, divenuta una piaga sociale che si sta diffondendo anche in quei distretti industriali che in passato offrivano numerosissime opportunità di impiego.


Ciò che sta accadendo è gravissimo, trascurato dai media impegnati a rivolgere la loro attenzione, quasi esclusivamente alle grandi imprese, con un nome importante a livello nazionale e non, ne è un esempio Alitalia. Ma è un problema che tocca moltissime PMI. Non si può pensare di risollevare l’economia di un paese senza difendere il lavoro che rappresenta il potere d’acquisto delle famiglie e sostiene la domanda effettiva (PIL).
I licenziamenti molto spesso, hanno effetto a catena colpendo settori diversi tra loro.
L’impatto è molto più evidente analizzando le “micro-aree”: nella sola provincia di Novara, un numero sempre più elevato di imprese è costretta ad avvalersi della cassa integrazione con la conseguenza che molte famiglie si trovano in difficoltà ad arrivare alla fine del mese.
In passato, nessuno avrebbe pensato che una provincia come Novara, capace un tempo di offrire diverse opportunità di impiego, un giorno si sarebbe trovata ad attraversare e affrontare una crisi economica di tali dimensioni, anche dal punto di vista sociale.

Le aziende vorrebbero costo del lavoro basso e ricavi elevati. Ma com’è possibile, se i lavoratori, potenziali acquirenti, riescono con difficoltà ad acquistare beni di prima necessità?!

Tutte quelle persone che hanno perso il lavoro che faranno?
Come si può vivere senza uno stipendio?

I principi fondamentali dalla Costituzione indicano:
“La repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove la condizioni che rendano effettivo questo diritto.(art. 1)
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. (art. 4 )


Compito dello Stato è quello di intervenire per controllare e stimolare la domanda di beni di consumo e di investimenti degli operatori economici privati; in altre parole, sostenere la domanda effettiva (PIL). Per sostenere la crescita economia è necessario alzare i consumi e migliorare il benessere sociale, inteso come aumento della possibilità per tutte le persone di realizzare i propri valori ed esprimere le proprie attitudini.
Le decisioni politiche non sembrano riflettere il concetto di interesse pubblico. Non è sufficiente intervenire solo sulla detassazione degli straordinari, perché favoriscono solo una parte dei cittadini (quelli che hanno un lavoro e possono permettersi di effettuare lavoro straordinario). Inoltre, alcune aziende molto spesso non riconoscono, ai loro dipendenti il pagamento degli straordinari, obbligandoli però a farli. Per non parlare del “lavoro nero”, quello non tutelato da alcun contratto.
Forse sarebbe necessario intervenire sui prezzi, magari rivedendo l’imposizione fiscale che viene applicata al prezzo dei carburanti, visto che in Italia è più alto rispetto al resto dell’Europa, oppure garantire prezzi “politici” per i beni di prima necessità, oppure rivedere gli stipendi degli italiani e adeguarli al potere d’acquisto dei nostri giorni, ecc.

“E’ difficile trovare un altro posto di lavoro e per sopravvivere è necessario avere uno stipendio”


Cosa pensa chi sta al governo di risolvere il problema con meno tasse?
Se meno tasse significa avere meno servizi pubblici: ospedali sporchi, dipendenti pubblici non qualificati, code lunghe agli sportelli, tanti disservizi… ecc, forse è meglio pagare le tasse in base alla propria capacità di reddito.
Se andiamo avanti così non avremo più di che vivere, e chi non ha un reddito è esonerato dal pagamento delle tasse? (paradosso).
Tanti disoccupati rappresentano un aumento del costo per il sociale dello Stato, e quindi, nuovi aumenti di tasse per i lavoratori che hanno occupazione.
La soluzione è semplice: basterebbe solamente creare lavoro e incentivare le aziende ad investire nel proprio Paese sostenendo così la crescita economica.
Più lavoro, più consumi, più entrate per lo Stato, questo solo perché sarebbero maggiori i contribuenti che potrebbero concorre secondo le loro capacità di reddito, e maggiore sarebbe il sostegno agli investimenti..
È arrivato il momento di agire e di far rispettare la legge, di difendere veramente il “Made in Italy”,
ma soprattutto tutelare gli italiani!!!.
Le istituzioni stanno affrontando tale problematiche con superficialità, come se il problema si potesse risolvere senza nessun intervento, forse perché ritengono che il libero mercato sia in grado di assicurare il pieno impiego del lavoro e degli altri fattori produttivi per sostenere la crescita economica.
In realtà, il libero mercato ha come unico obiettivo realizzare ricchezza che bisogna raggiungere senza considerare le esigenze degli individui. E’ compito delle istituzioni tutelare e rendere possibile “la soddisfazione” dei bisogni della collettività e garantire a tutti una vita dignitosa..



T CLASSE 1979


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