giovedì 27 marzo 2008

Il lavoro e i lavoratori precari

Che cos’è il lavoro precario?
Se ne parla dappertutto: in televisione, sui giornali, internet e se parla soprattutto quando ci sono le elezioni perché fa comodo avere i voti di tantissimi precari.
Tantissime parole: però i precari “rimangono”.
Ma chi sono i precari? Chi non ha mai avuto il ”collega interinale”?
Tutti i giorni il “precario” svolge qualsiasi mansione
dalla più brutta, (che è quella che nessuno vuole fare perché è considerato un lavoro di poco intelletto), a quelle quasi belle (ogni tanto l’accontentino ci vuole).
Sono lavoratori che devono sempre dimostrare di saper fare tutto: dalle cose più semplici a quelle più complicate, sono quelli che nell’aziende fanno il “Jolly”, sono quelli che devono sempre essere disponibili e che devono sempre e solo lavorare mettendo in alcuni casi a rischi la propria salute.
Ai “precari” viene sottolineato sempre che se non svolgono le mansioni in modo efficiente, se non si comportano bene, se non fanno gli straordinari, se si prendono le ferie, se si ammalano….. non gli rinnovano il contratto. E’ proprio così: un precario non si può ammalare!!!
Queste tipologie di contratto a termine non migliorano la “qualità del lavoro”, anzi creano lavoratori insoddisfatti , depressi e ansiosi perché vivono sempre nel terrore di non essere riconfermati e creano forme di ingiustizie, perché il lavoratore a tempo indeterminato ha più garanzie e tutele rispetto ad un precario.
Un altro aspetto è la difficoltà dei lavoratori a trovare un impiego, in quanto molte volte si è costretti e spendere molti risparmi per rispondere agli annunci di lavoro (giornali e internet), perché non c’è un canale universale dove tutti i disoccupati possono iscriversi o per lo meno un canale che funzioni in modo efficiente e permette con il minimo sforzo di trovarsi di fronte a tutte le possibili richieste di occupazione.
Si parla di flessibilità del lavoro, di migliorare le qualità del lavoro, di creare più possibilità di lavoro…..ma in realtà nel nostro Paese manca proprio il “Lavoro”.
Una laurea e un master non sono più requisiti sufficienti per lavorare nell’aziende più prestigiose. Ogni anno le Università italiane sfornano milioni di neo-laureati che cercano di entrare nel mondo del lavoro. Le difficoltà sono molte in quanto sono rarissime le aziende che applicano contratti di formazione lavoro, e poi tra il mondo delle Università e il mondo lavoro esiste un grossissimo abisso.
Il mondo del lavoro non ha bisogno di un numero rilevante di manager.
In una economia sana è necessario focalizzare l’attenzione anche su professioni come quelle degli operai, idraulici, panettieri, elettricisti, sarti ecc, invece la nostra società non fa altro che spingere i giovani a laurearsi e a far credere che senza una laurea non si concluderà mai nulla nella vita.
Non è proprio così! E’ vero le persone devono seguire le proprie attitudini e le proprie capacità,
ed per questo che bisogna creare un “Università” che premia il merito e le capacità degli studenti e non “Università” che ha come unico obiettivo un numero sempre più alto di laureati per ottenere i finanziamenti.
La professione delle persone si riconosce non soltanto dai titoli ma dalla sua “Qualità”.
In Italia manca il concetto di “Merito” e di “Qualità”.
Bisogna investire su quello che effettivamente serve alla società per creare lavoro!!!
Le aziende italiane sono sempre più in crisi e moltissime hanno trasferito la produzione nei paesi in via di sviluppo perché il costo del lavoro in Italia è alto, anche se gli stipendi percepiti dai lavoratori sono i più bassi dell’unione Europea. Questo deve far riflettere e capire che è necessario attuare politiche che incentivano a riportare il lavoro ed ad investire capitali nel nostro paese.
E’ arrivato il momento di utilizzare le risorse pubbliche in modo efficiente ed efficace, riducendo gli sprechi ed attuare politiche che fanno crescere l’economia.
Lo Stato deve intervenire per garantire a tutti gli stessi diritti, tra questo il diritto al “Lavoro”, un lavoro che sia sicuro, flessibile ma che contrattualmente duri “almeno più di un mese”.
Il lavoro è quello che ci permette di vivere in modo dignitoso e che ci permette di realizzare progetti per il futuro.
Senza un “futuro”, nessuno pensa di comprare una casa, di creare una famiglia, di fare investimenti, di risparmiare, ecc.
Il lavoro rappresenta il potere d’acquisto dei cittadini, senza di esso non ci sarebbero i consumi (i prodotti e/o servizi delle aziende), tasse(risorse pubbliche/stato), investimenti(risparmio).
Il lavoro sostiene l’economia, e per questo motivo non bisogna dimenticare di tutelare anche i lavoratori.

T CLASSE 1979

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