martedì 28 ottobre 2008

SCUOLA: anche Famiglia Cristiana critica la 133

''Non chiamiamo riforma un semplice taglio di spesa'' e' il titolo dell'editoriale d'apertura di Famiglia Cristiana, nel numero in edicola questa settimana.

''Nel mirino - secondo il settimanale- c'e' una legge approvata di corsa, in piena estate. La dicitura e' roboante: 'Riforma della scuola'; piu' prosaicamente 'contenimento della spesa', a colpi di decreti, senza dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e docenti. Non si garantisce cosi' il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle proteste, s'abbozza una farsa di dialogo.


Il bene della scuola (ma anche del Paese) richiede la sospensione o il ritiro del decreto Gelmini. Per senso di responsabilita''' scrive il settimanale, che continua: ''Un Paese che guarda al futuro investe nella scuola e nella formazione, razionalizzando la spesa, eliminando sprechi, privilegi e 'baroni'e', nonche' le 'allegre e disinvolte gestioni'''.

I ''tagli annunciati'', continua il settimanale, ''sono pesanti'': all'universita' arriveranno 467 milioni di euro in meno. Nei prossimi cinque anni il Fondo di finanziamento si ridurra' del 10 per cento. Solo il 20 per cento dei professori che andranno in pensione verra' sostituito. Come dire: porte chiuse all'universita' per le nuove generazioni''. La conclusione e' amarissima: ''Un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche: perche' non per la scuola? Si richiedono sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e senatori restano intatti. Quando una Finanziaria s'approva in nove minuti e mezzo; quando, furtivamente, si infilano emendamenti rilevanti tra le pieghe di decreti legge, il Parlamento si squalifica''.

res-rg/mcc/ss


27 ottobre 2008
www.asca.it

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